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Un modello di piattaforma di partito digitale 2.0

1 – Presto tutti i partiti e i movimenti avranno delle piattaforme software.

La sfida della democrazia digitale è iniziata, tra non molto tutti i partiti e i movimenti politici avranno delle piattaforme web per discutere, tenersi informati, proporre idee ed azioni. Alcuni partiti le utilizzeranno anche per votare e selezionare la classe dirigente.

La democrazia digitale è già arrivata in Italia. Dopo un primo periodo primitivo, basato solo su semplici blog o sui social media, si sta procedendo verso delle vere piattaforme internet dei partiti. Purtroppo lo si sta facendo con piattaforme web proprietarie e centralizzate che espongono ad alti rischi.

Tuttavia, anche in un partito o in un movimento politico che si basa su un’infrastruttura informatica online, volendo, si possono minimizzare i rischi di frode e manipolazione. L’aspetto più interessante della digitalizzazione di un partito o di un movimento politico è la possibilità di aumentare la competizione positiva e la produzione di idee e soluzioni.

Ovviamente, una piattaforma software permette anche di realizzare delle forme di democrazia diretta ma questo non è necessariamente un miglioramento. Attualmente in Italia, con un sistema democratico rappresentativo, una completa democrazia diretta è un’utopia o una bufala. Uno dei tanti problemi della democrazia diretta e che i temi tecnici complessi sono difficilmente compressibili da tutti.

Quindi, quando si chiede al popolo di una nazione di decidere su temi molto complessi o polarizzanti, si possono avere reazioni molto diverse, ma lontane dal merito della questione. Ad esempio:

  • Il referendum sulle trivellazioni del 2016 affrontava dei temi talmente complessi che solo gli esperti energetici e contrattuali potevano capire cosa sarebbe stato meglio decidere. Quindi, la partecipazione è stata bassissima e mossa soprattutto da pregiudizi ideologici.
  • Invece, il referendum costituzionale del 2016, anche se altrettanto complesso, era un referendum su un tema politico. Ha avuto una grande partecipazione. In sostanza, il referendum permetteva di giudicare l’operato complessivo del governo Renzi. Quindi, in questo caso, i contenuti sono stati ignorati non solo perchè estremamente difficili da comprendere.

Alcuni obbiettivi innovativi che si potrebbero raggiungere con una piattaforma di partito digitale:

  • Riuscire a selezionare in modo competitivo e meritocratico la classe dirigente e i rappresentanti politici dei cittadini.
  • Produrre nuove idee e soluzioni innovative.

Raggiungere questi obiettivi sarebbe già una rivoluzione per l’Italia. Per potersi avvicinare a questi obiettivi, prima di tutto, è necessario garantire trasparenza e sicurezza. Non solo per la classe dirigente del partito ma anche per i potenziali elettori, per i sostenitori, per gli aderenti e per tutti i candidati.

Come già detto, le soluzioni che si stanno profilando all’orizzonte sembrano andare nella direzione opposta: controllo assoluto di pochi, poca trasparenza, e tutto quello che ne consegue. Invece bisognerebbe avere obiettivi molto più ambiziosi.

2 – Come dovrebbe essere una piattaforma di partito digitale:

  • Il voto, se è segreto, deve essere totalmente segreto. Gli amministratori della piattaforma, nel caso di voto segreto, non devono essere in grado di sapere chi ha votato cosa.
  • Le transazioni di voto devono essere pubbliche e non modificabili. Questo è uno dei motivi per cui utilizzeremo la tecnologia blockchain.
  • I messaggi privati devono essere visibili solo alle parti coinvolte.
  • Le discussioni nei gruppi del movimento politico, se devono essere visibili solo nei rispettivi gruppi, non devono poter essere visibili agli amministratori della piattaforma.
  • Ci devono essere delle regole pubbliche che governano automaticamente la piattaforma del partito o del movimento politico.
  • Il codice che governa le regole deve essere pubblico.
  • Ci deve essere la possibilità di dividere la piattaforma in due piattaforme indipendenti. In caso di modifica delle regole di gestione della piattaforma o di un evento esterno sottoposto a votazione, se non si raggiunge una soglia di consenso, ci potrà essere una divisione della piattaforma e degli aderenti. Il tutto deve essere regolato solo dalle regole automatiche e dalle risposte dei singoli aderenti. Anche per questo motivo la piattaforma deve avere in partenza un’architettura distribuita di tipo peer-to-peer.
  • Nessuno deve essere il proprietario della piattaforma e essere in grado di prendere il controllo della piattaforma forzando le regole automatiche e la volontà degli aderenti.
  • Gli iscritti non devono essere di proprietà della piattaforma. In caso di modifica delle regole e di una eventuale conseguente separazione, gli iscritti devono poter decidere con chi andare.

3 – Come finanziare lo sviluppo della piattaforma software DigitalDem.

Creare una piattaforma per la democrazia digitale come quella che vogliamo fare noi, forse, non è nell’interesse di chi ha un potere, a volte indiscutibile, in un partito o in un movimento politico.

Quindi, non sarà sufficiente creare una semplice start-up. Difficilmente troveremo sponsor economici o politici nei partiti e nei movimenti attuali. Forse degli imprenditori illuminati potrebbero finanziare il nostro progetto tecnologico.

Non possiamo aspettare o illuderci. Non è possibile creare un nuovo modello di piattaforma web per la politica senza cambiare anche il modo con cui si fa politica in Italia. Sarà necessario creare un movimento politico che segua la stessa filosofia della piattaforma.

DigitalDem, il movimento politico e tecnologico.

La filosofia alla base della nuova piattaforma deve diventare anche la base per un nuovo modo di fare politica e per una nuova direzione di rinnovamento dell’Italia.

Il movimento dovrà essere il più possibile aperto e dovrà avere tra gli obiettivi il miglioramento e la difendere della democrazia, anche tramite le tecnologie digitali.

Il movimento politico DigitalDem dovrebbe portare anche alla creazione della piattaforma software. A sua volta, la piattaforma web dovrà permettere in futuro la creazione di un progetto open source che permetta la creazione di altri movimenti indipendenti e l’adozione da parte delle entità politiche attuali.

Cosa puoi fare tu.

Anche se il movimento politico non ti interessasse, potresti partecipare allo sviluppo della piattaforma informatica. Per quanto riguarda lo sviluppo della piattaforma software DigitalDem, ci rivolgiamo a tutti: cittadini, investitori, aziende, movimenti e partiti politici.

Prima troviamo un modo per sostenerne lo sviluppo e prima potremo sperarla dal movimento politico DigitalDem.


© Riproduzione riservata.

Grazie
Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo Twitter in

4 commenti su “Un modello di piattaforma di partito digitale 2.0”

  1. Buongiorno Enrico,
    Non mi sono chiare molte cose soprattutto nei tecnicismi della struttura della piattaforma , se si riesce a penetrare in conversazioni digitali di capi di stato, spie ECC. Come si potrebbe proteggere una conversazione tra componenti dei digital dem , le linee guida del pensiero politico sono condivisibili ma un poco Salomoniche , però c’è del buono ed è per questo che voglio adesso andare avanti e seguirti .
    Mandami pure le NL.
    Cordialità

    Rispondi
    • Buongiorno Gianni,
      certo, non esistono sistemi sicuri al 100% però immagina se la tua azienda utilizzasse il server di posta gestito dal suo principiale concorrente.
      Questo succede o succederà presto alle opposizione interne ai partiti e ai movimenti. I loro sostenitori e loro stessi saranno facilmente spiati ed espulsi nelle piattaforme informatiche del partito gestite dal gruppo dirigente o dai loro fidati amici.

      Io credo invece che bisogna garantire dei livelli accettabili di riservatezza. Poi se qualcuno forza le protezioni se ne assumerà le sue responsabilità.

      Questo è uno dei motivi per cui voglio sviluppare la piattaforma con le caratteristiche elencate.

      Rispondi
  2. Salve.
    Nella descrizione della tua idea affermi che ci devono essere regole pubbliche che governano la piattaforma e che le discussioni dei singoli gruppi saranno viste solo dai singoli membri di questi singoli gruppi. Come i messaggi privati solo dagli stessi privati.

    Ma se uno dice una cosa che è incostituzionale o va contro le leggi digitali e non, sei proprio sicuro che sarà la programmazione della piattaforma ad autoescludere costui come tu asserisci senza l’aiuto di una supervisione degli amministratori diversamente da come succede normalmente in altre modalità nelle esistenti piattaforme.

    Non so se hai capito bene cosa volevo intendere.

    Un cordiale saluto e in bocca al lupo.

    Marcello

    Rispondi
    • Ciao Marcello,
      Se la discussione sarà in un gruppo privato, i partecipanti alla discussione decideranno chi è il moderatore o i moderatori.
      Non ci sarà un livello superiore a loro che li controlla. Poi loro potranno decidere se pubblicare la discussione per condividerla con tutti o se cancellarla o fare altre cose.

      Rispondi

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