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Cosa rimane del progetto DigitalDem e cosa farne?

Ho dedicato sei mesi della mia vita per tentare di lanciare il movimento DigitalDem e la sua piattaforma tecnologica. Quei sei mesi sono stati molto intesi, iniziati a gennaio 2017. In quel periodo ho incontrato molte persone, sia virtualmente che realmente.

Molti di loro hanno creduto in me e in questo progetto. Purtroppo, nonostante l’entusiasmo e la voglia di fare, quando non ci sono fondi da investire, bisogna arrendersi. Ammetto che, oltre al tempo e a tante energie, di soldi ne ho messi pochi. Infatti, l’idea era di autofinanziarsi inizialmente per poi trovare dei finanziatori più forti, ma non ci siamo riusciti.

Cosa abbiamo ottenuto fino a ora?

Il movimento è nato per cercare di dare risposte ai problemi della democrazia digitale e per tentare di migliore un po’ l’Italia. Aver sollevato e discusso dei problemi della democrazia digitale e delle nostre idee condivise è servito spero per spingere verso un’evoluzione positiva della vita dei partiti e delle istituzioni online.

Come dicevo, ho incontrato fisicamente o virtualmente molte persone: tra cui giornalisti, professori universitari, economisti ed emissari dei partiti incuriositi. Ma soprattutto, i miei post sono stati letti e discussi sul web, sui social e nei nostri gruppi. Ovviamente, il nostro può essere stato solo un piccolissimo contributo, spero positivo, alla cultura democratica dell’Italia.

La piattaforma tecnologica, che doveva fare da base per i movimenti, c’è e c’era, ma anche lei aveva bisogno di un flusso costante di finanziamento. Alla fine, essendo arrivato a un punto morto avrei potuto buttare via tutto. Invece, ho preferito lasciare il progetto parzialmente congelato, infatti, questo sito web e il profilo Twitter DigitalDem_it sono attivi.

Cosa ho imparato e cosa mi è rimasto?

L’umanità che ho incontrato è stata molto variegata nel bene e nel male. Essendo un movimento che partiva dal basso, non ho incontrato solo persone di rilievo. Forse, i contatti che ho fatto in questa breve avventura sono una delle cose importanti che mi rimane, quanto meno come ricordi.

Inoltre, ho capito che in ognuno di noi c’è un lato politico e curioso. La vita è una breve follia e in noi esseri umani c’è voglia di avventura. Anche se alcuni sono più portati per aggregarsi o condurre nuove imprese, tutti abbiamo questa vena avventurosa. In alcuni momenti questa voglia è poca, in altri momenti è tanta.

Infine, la piattaforma tecnologia mi ha permesso di far crescere la mia offerta di servizi per la trasformazione digitale:

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Cosa fare adesso?

Che io ritenti il lancio del movimento politico lo escludo, adesso ho un po’ la nausea per la politica, ma la passione per alcuni temi che ho sollevato mi è rimasta. Quindi, continuerò a scrivere sui blog e a gestire i nostri enormi gruppi su Linkedin. Come ho già detto, Il movimento è ora in “standby“, solo il profilo Twitter e questo sito restano attivi.

Ha poca importanza se ci saranno o meno evoluzioni, sono già passati 5 anni e questo sito rimarrà come testimonianza di quello che abbiamo fatto e continuerà a diffondere le nostre idee.


© Riproduzione riservata.

Grazie
Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo Twitter in

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